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Studio medico a  Roma

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  • E' meglio la via endoscopica o quella transcranica?
    E' una questione molto tecnica e vi è un dibattito annoso tra i sostenitori delle due tecniche. La via transcranica mini-invasiva nella nostra esperienza è superiore, poichè combina i vantaggi di entrambe le tecniche.
  • Come avviene la rimozione mini-invasiva di una cisti colloide?
    Di recente, abbiamo messo a punto una tecnica in grado di limitare a pochi millimetri la callosotomia, cioè il tragitto necessario per raggiungere la cisti. Questo tecnica è stata pubblicata sulla rivista scientifica Neurosurgery,
  • E' vero che la cisti colloide comporta un rischio di morte improvvisa?
    E' vero per alcune cisti colloidi. Molte altre cisti hanno delle caratteristiche tali da rendere il rischio irrilevante.
  • E' necessario che mi operi d'urgenza?
    Non è detto. Alcune cisti colloidi non vanno proprio operate.
  • Quali sono i fattori che aumentano il rischio di rottura dell'aneurisma?
    I più importanti non sono noti; dipendono dalla struttura della parete dell'aneurisma e forse, in ultima analisi, dal DNA del paziente. Altri fattori che sicuramente influiscono sono le dimensioni dell'aneurisma, il fumo, l'ipertensione arteriosa, la familiarità.
  • Ho scoperto di avere un aneurisma e ho mal di testa tutti i giorni, da anni. Può essere quello?
    No
  • Ho scoperto per caso di avere un aneurisma. Cosa rischio se non mi opero?
    L'aneurisma può rompersi. Quindi comporta un rischio di ictus e quindi un rischio di vita. Il problema è capire quale è l' entità di questo rischio. Ad esempio, se il rischio è lo 0,001% praticamente è come se non vi fosse. Questa valutazione dipende da vari fattori.
  • Mi è stato scoperto per caso un aneurisma. Mi devo operare d' urgenza?
    No. Va fatta una valutazione specialistica.
  • Come vengono gestiti i problemi vascolari?
    C'è un team etc
  • Alla fine come si fa a decidere se fare qualcosa per eliminare l'aneurisma?
    Bisogna capire quale è il rischio di rottura dell'aneurisma e quali sono i rischi della procedura che noi effettueremmo per chiudere l'aneurisma (che sia endovascolare o chirurgica). Quanto più il rischio di rottura è alto (-> fattori di rischio) e quanto più il rischio della procedura è basso, tanto più siamo propensi a chiudere l'aneurisma.
  • Ho un aneurisma e mi hanno consigliato di non fare niente. Però non riesco a convivere con questo pensiero. Cosa fare?
    Se la (non) accettazione psicologica del rischio di rottura diventa essa stessa una malattia, può avere senso considerare il trattamento dell'aneurisma. Purchè i rischi restino molto bassi.
  • Corro un rischio di vita con l'intervento?
    Nella nostra casistica, la mortalità intraoperatoria è assente.
  • L'intervento è l'unico modo per avere la diagnosi?
    Le tecniche di imaging avanzato danno indizi molto forti sulla diagnosi. Nei casi in cui occorre la certezza diagnostica l'intervento chirurgico e l'esame istologico restano ancora oggi insostituibili.
  • Potevo scoprirlo prima?
    E' molto raro che vi sia un diagnosi tardiva su un glioma cerebrale. In genere, i sintomi portano rapidamente alla diagnosi, tramite la Risonanza Magnetica. Sintomi aspecifici (ad. esempio un generico mal di testa) non sono correlati con certezza alla malattia e, comunque, sono talmente diffusi da rendere impossibile un immediato sospetto clinico.
  • A parte quello estetico, vi sono altri vantaggi?
    Quello estetico è il vantaggio meno rilevante. Come abbiamo mostrato in questo studio, le complicanze di ogni tipo si riducono nettamente. Questo consente alla maggior parte dei pazienti di essere dimessi in condizioni uguali o migliorate rispetto al momento del ricovero. Altri vantaggi rispetto agli approcci tradizionali: Durata dell'intervento più breve Perdita di sangue irrilevante Degenza postoperatoria più breve Possibilità di accedere in tempi più rapidi ad eventuali terapie adiuvanti (es: radioterapia)
  • Un glioma è ereditario? E' necessario fare dei controlli sui familiari?
    I gliomi non sono ereditari. Di norma, quindi, non è necessario quindi fare controlli sui consanguinei. La presenza di più casi nella stessa famiglia è stata descritta in rarissimi casi. Alcuni gliomi possono essere osservati nell'ambito di alcune sindromi (es: neurofibromatosi, sindrome di Turcot) che a loro volta hanno una base genetica, ereditabile.
  • Cosa rischio se mi opero?
    Dipende dalla sede del tumore. Vi sono molte sedi in cui il rischio è quasi assente. In altre sedi, cosiddette critiche, vi sono dei rischi potenziali (es: emiparesi, disturbi del linguaggio) che è possibile tenere sotto controllo tramite alcuni accorgimenti tecnici e monitoraggi di ultima generazione. Attualmente, il nostro tasso di complicanze gravate da deficit permanenti è inferiore al 2 %.
  • Poi dovrò fare la radio e la chemioterapia?
    Non è detto. Per alcune forme è indispensabile, per altre si può aspettare e regolarsi in base agli sviluppi. In altre ancora non è mai necessario
  • Quali tumori sono classificabili come "gliomi"?
    Il termine glioma è generico e indica il tipo cellulare da cui origina il tumore. Le forme più frequenti: - Glioblastoma - Astrocitoma - Oligodendroglioma - Ependimoma Vi sono anche form cosiddette miste (es: i gangliogliomi).
  • Da quanto tempo ho questo tumore?
    Non è possibile saperlo.
  • Quanto tempo dovrò restare ricoverato/a?
    Dimettiamo, di norma, in quinta giornata postoperatoria.
  • Mi è stato diagnosticato un glioma che interessa il corpo calloso. E' da considerare inoperabile?
    Il coinvolgimento del corpo calloso è stato tradizionalmente considerato una controindicazione alla chirurgia. In realtà, un'infiltrazione parziale, senza estensione del tumore al controlato, non pone problemi chirurgici e può ugualmente associarsi ad ottima risposta alle terapie.
  • Potrei cambiare, non essere più me stesso/a?
    L'alterazione della personalità (da non confondersi con alterazioni della memoria, del tono dell'umore oppure del linguaggio) è un sintomo piuttosto raro, che si può osservare - per alcune sedi tumorali - prima dell'intervento. Nella nostra esperienza, non è mai una stata una sequela della procedura.
  • Poi dovrò fare riabilitazione?
    Non è prevista riabilitazione. La maggioranza dei pazienti viene dimessa in condizioni sovrapponibili o in recupero rispetto al preoperatorio. In casi particolari (es: pazienti che arrivano già con disabilità oppure sviluppano deficit durante la degenza) avviamo la riabilitazione durante il ricovero.
  • Un tumore maligno è necessariamente intrattabile?
    No, vi è una quota non trascurabile di pazienti che risponde in maniera eccellente alle terapie.
  • Dovrò tagliare i capelli?
    No. La cicatrice resta coperta dai capelli. Nei pazienti con pochi capelli vi sono degli espedienti per renderla meno visibile possibile.
  • GENERICHE
    FAQ generiche
  • Ho sentito più di uno specialista, con pareri discordanti. Cosa devo fare?
    Il "secondo parere" non è di per sè sbagliato. In alcuni casi consigliamo noi stessi al paziente di acquisire un altro parere, in modo da avere maggiore consapevolezza del problema. Alla fine, la cosa importante è il metodo. E' bene capire come e perchè un chirurgo segue una determinata linea, senza aver timore di chiedere quale è la sua personale esperienza, il suo tasso di complicanze e il suo tasso di successo.
  • Dopo l'intervento avrò dolore?
    La maggioranza dei pazienti non ha alcun dolore. Vi può essere, a volte, un lieve mal di testa.
  • Ho deciso di operarmi. Come faccio a sapere se sono nelle mani giuste?
    Per quanto ci si possa sforzare, la scelta del chirurgo resterà alla fine un atto di fiducia. Come tale, dovrà reggere la prova di eventuali complicanze. Le informazioni ricavabili on-line o sui social sono molto spesso fuorvianti. Vi sono comunque dei criteri e vanno necessariamente combinati perchè nessuno di essi, da solo, è infallibile. Questa è la nostra personale visione: Reputazione presso medici e paramedici che operano (o hanno operato) nella stessa struttura o la stessa sala operatoria (estremamente importante) Casistica - numero di interventi effettuati (molto importante) Capacità di documentare la propria casistica e i relativi risultati (molto importante) Reputazione presso altri specialisti (importante) Reputazione presso pazienti operati per lo stesso motivo (importante) Curriculum scolastico (importante) Empatia (abbastanza importante) Ruolo/autorevolezza (abbastanza importante) Pubblicazioni sull'argomento (abbastanza importante) Presenza on-line/social (poco importante) "Recensioni" generiche - cortesia, disponibilità etc - (poco importante)
  • Potrei non svegliarmi o rimanere in stato vegetativo?
    Nella nostra esperienza non è mai accaduto.
  • Cosa cambia tra la mini-invasiva e l'intervento tradizionale?
  • Qual è la vostra esperienza su questi interventi?
    Nel 2022 l' IRCCS Neuromed ha effettuato 348 interventi per tumore cerebrale (PNE Agenas 2022) La media nazionale 2022 , su 166 strutture censite da Agenas è di 80 interventi per struttura. La casistica complessiva (-> Gennaio 2024) di tumori cerebrali operati dal prof. Paolini è di 1810 casi.
  • Che tipo di "monitoraggio" effettuate durante l'intervento?
    Durante l'intervento, siamo in grado di monitorizzare in tempo reale l'integrità delle seguenti strutture: Via piramidale (capacità di muovere gli arti) Via somestesica (sensibilità degli arti) Nervo oculomotore (movimenti degli occhi) Nervo trigemino (sensibilità del volto, movimenti della mandibola) Nervo abducente (movimenti degli occhi) Nervo faciale (movimenti della faccia) Nervo acustico (udito) Nervi glossofaringeo e vago (deglutizione, voce, pressione arteriosa, frequenza cardiaca) Nervo accessorio (movimenti della spalla) Nervo ipoglosso (movimenti della lingua) Il linguaggio o attività più complesse sono monitorizzate, quando necessario, in awake surgery.
  • Dopo quanto mi potrò alzare?
    I pazienti che arrivano all'intervento in condizioni integre vengono messi in piedi tra la prima e la seconda giornata postoperatoria.
  • E' meglio rimuovere il tumore o fare solo una biopsia?
    Di norma, la rimozione del tumore è considerata preferibile perchè si associa ad una risposta ottimale alle terapie e migliora la prognosi. Ha senso effettuare una biopsia quando non si è del tutto sicuri della diagnosi di tumore oppure quando si è rinunciato a tentativi di asportazione, ma il radioterapista o l'oncologo ritengono indispensabile una diagnosi precisa prima di iniziare la terapia.
  • Quale è il ruolo della chirurgia nella terapia dei gliomi?
    La maggior parte dei gliomi si giova della rimozione chirurgica. Per molti gliomi di basso grado, la chirurgia conferisce guarigione duratura. I gliomi di alto grado sono propensi alla recidiva anche dopo la rimozione chirurgica.
  • Cosa succede se non mi opero?
    I gliomi già sintomatici e con diagnosi chiara, progrediscono sino a dare serie conseguenze neurologiche; se la lesione è accessibile, è fortemente indicata la rimozione chirurgica. I casi in cui non vi sono sintomi (riscontri occasionali) e la diagnosi di glioma non è certa, vanno analizzati volta per volta.
  • Quanto dura l'intervento?
    Mediamente, 2 ore.
  • Quale è l'obiettivo dell'intervento?
    L' obiettivo abituale è rimuovere il tumore in misura completa o pressochè completa (gross-total) senza arrecare al paziente danni neurologici aggiuntivi. Questo obiettivo può essere raggiunto nella maggioranza dei casi.
  • Utilizzate la chirurgia a paziente sveglio?
    Sì, da molti anni. Riteniamo conveniente l'uso di questa metodica in casi selezionati.
  • INFORMAZIONI PRE-RICOVERO
    Le FAQ che seguono sono indirizzate ai pazienti in attesa di intervento presso il reparto Neurochirurgia 3 - Neuromed. Le abitudini, le esperienze e i punti di vista possono variare da centro a centro.
  • E' un tumore benigno o maligno?
    Vi sono gliomi relativamente benigni o a lenta crescita cosi come tumori aggressivi a rapida progressione. Le caratteristiche genetiche del tumore ne condizionano la velocita di progressione e anche la risposta alle terapia. Alcuni di questi caratteri scritti nel DNA sono rintracciabili sui campioni tumorali prelevati in sede di intervento o di biopsia. Questo vuol dire che spesso è impossibile farsi un'idea precisa prima della diagnosi istologica.
  • Posso essere operato/a con chirurgia mini-invasiva?
    Operiamo con tecnica mini-invasiva tutti i pazienti con gliomi cerebrali.
  • Dovrò andare in terapia intensiva?
    Tutti i pazienti operati, a prescindere dalle condizioni cliniche, trascorrono la prima notte in terapia intensiva.
  • In una persona con danni neurologici già in atto (es: emiparesi) è possibile un recupero?
    Se il tumore comprime, più che infiltrare, le aree "critiche" neurologiche, con l'intervento si può avere un recupero anche completo.
  • Potrei cambiare, non essere più me stesso/a?
    L'alterazione della personalità (da non confondersi con alterazioni della memoria, del tono dell'umore oppure del linguaggio) viene osservata raramente prima dell'intervento in alcune forme particolari di meningiomi che comprimono entrambi i lobi frontali. Non l'abbiamo mai osservata come sequela di un intervento.
  • Qual è la vostra esperienza su questi interventi?
    Nel 2022 l' IRCCS Neuromed ha effettuato 348 interventi per tumore cerebrale (PNE Agenas 2022) La media nazionale 2022 , su 166 strutture censite da Agenas è di 80 interventi per struttura. La casistica complessiva (-> Gennaio 2024) di tumori cerebrali operati dal prof. Paolini è di 1810 casi.
  • Che tipo di "monitoraggio" effettuate durante l'intervento?
    Durante l'intervento, siamo in grado di monitorizzare in tempo reale le seguenti strutture, consentendo di preservarne le relative funzioni: Via piramidale (capacità di muovere gli arti) Via somestesica (sensibilità degli arti) Nervo oculomotore (movimenti degli occhi) Nervo trigemino (sensibilità del volto, movimenti della mandibola) Nervo abducente (movimenti degli occhi) Nervo faciale (movimenti della faccia) Nervo acustico (udito) Nervi glossofaringeo e vago (deglutizione, voce, pressione arteriosa, frequenza cardiaca) Nervo accessorio (movimenti della spalla) Nervo ipoglosso (movimenti della lingua)
  • Sono stata operato/a per un meningioma "atipico". Cosa vuol dire?
    I meningiomi atipici hanno un comportamento più esuberante. L'asportazione completa è spesso seguita da guarigione definitiva (come per i meningiomi tipici) ma in alcuni casi permane una tendenza alle recidive. Per questo è bene fare dei controlli postoperatori un pò più frequenti.
  • Posso essere operato/a con chirurgia mini-invasiva?
    La mini-invasiva è adatta solo ad alcuni meningiomi.
  • Se il meningioma è un tumore benigno, perchè doverlo operare?
    All'interno del cranio è facile che una massa crei problemi solamente appoggiandosi ai centri nervosi , anche senza invaderli come invece accade per i tumori maligni.
  • Quali sono i rischi dell'intervento?
    Dipende dalla sede e dalle dimensioni del meningioma. La maggioranza dei meningiomi ha un rischio chirurgico estremamente basso (<0,5%) I meningiomi molto voluminosi e i meningiomi della base cranica, aderenti ai nervi cranici e alle arterie. hanno rischi di complicanze più concreti (fino al 5%) ma molto variabili a seconda del caso. Questi rischi possono ridotti al minimo utilizzando una tecnica di rimozione adeguata e attrezzature di ultima generazione.
  • INFORMAZIONI PRE-RICOVERO
    Le FAQ che seguono sono indirizzate ai pazienti in attesa di intervento presso il reparto Neurochirurgia 3 - Neuromed. Le abitudini, le esperienze e i punti di vista possono variare da centro a centro.
  • Dopo l'intervento dovrò fare riabilitazione?
    Non è prevista riabilitazione. La maggioranza dei pazienti viene dimessa in condizioni uguali o migliorate rispetto al preoperatorio. In casi particolari (es: pazienti che arrivano già con disabilità oppure sviluppano deficit durante la degenza) avviamo la riabilitazione durante il ricovero.
  • Posso fare la gamma-knife invece di operarmi?
    La gamma-knife è una forma di radioterapia, spesso efficace sui meningiomi di piccole dimensioni. Siamo soliti consigliare questa opzione quando il meningioma provoca sintomi oppure tende a crescere, ma i rischi di un intervento chirurgico sono ritenuti eccessivi. I fattori che incrementano il rischio possono essere diversi: sede inaccessibile, età avanzata del paziente, presenza di altre malattie.
  • Dopo l'intervento avrò dolore?
    La maggioranza dei pazienti non ha alcun dolore. Vi può essere, a volte, un lieve mal di testa.
  • Ho un meningioma sotto controllo. Posso fare qualcosa per evitare che cresca?
    Non vi sono accorgimenti relativi al normale stile di vita, in grado di limitare la crescita di un meningioma.
  • Dovrò andare in terapia intensiva?
    Tutti i pazienti, a prescindere dalle condizioni cliniche, trascorrono la prima notte postoperatoria in terapia intensiva.
  • GENERICHE
    FAQ generiche
  • Ho un meningioma. Devo far fare controlli ai miei consanguinei?
    I meningiomi sono patologie sporadiche, cioè non ereditate. Di norma non è necessario alcun controllo. Vi sono alcune rare condizioni genetiche, ad esempio la neurofibromatosi, che si possono accompagnare allo sviluppo di meningiomi. I familiari affetti dalla stessa condizione genetica devo a loro volta fare i controlli RM.
  • Cosa cambia tra la mini-invasiva e l'intervento tradizionale?
  • C'è anche un rischio di vita?
    Nella nostra casistica la mortalità intraoperatoria è assente.
  • E' possibile che un meningioma diagnosticato sulla RM in realtà sia qualcos'altro?
    Vi sono alcune forme tumorali non sempre benigne che sulla Risonanza Magnetica possono apparire come un meningioma. A volte si sceglie di rimuoverlo proprio perchè si nutrono dei dubbi sulla natura. In questi casi diventano importanti l' anamnesi del paziente e l'esperienza del chirurgo. E' comunque un'evenienza rara.
  • A parte quello estetico, vi sono altri vantaggi?
    Quello estetico è il vantaggio meno rilevante. Come abbiamo mostrato in questo studio, le complicanze di ogni tipo si riducono nettamente. Questo consente alla maggior parte dei pazienti di essere dimessi in condizioni uguali o migliorate rispetto al momento del ricovero. Altri vantaggi rispetto agli approcci tradizionali: Durata dell'intervento più breve Perdita di sangue irrilevante Degenza postoperatoria più breve Possibilità di accedere in tempi più rapidi ad eventuali terapie adiuvanti (es: radioterapia)
  • Un'asportazione parziale potrebbe essere ugualmente efficace?
    In sedi particolari, ad esempio la base cranica, l'asportazione radicale di un meningioma può comportare dei rischi eccessivi. In questi casi la strategia migliore è lasciare in sede una piccola parte del tumore. Se il residuo è davvero modesto spesso non è necessario fare altro. In ogni caso, saranno necessari dei periodici controlli di Risonanza Magnetica per verificare che non ricresca.
  • Quanto dura l'intervento?
    Dipende dalla sede e dalle dimensioni del meningioma. Un meningioma della convessità può richiedere meno di un'ora, un meningioma della base cranica anche 6-7 ore.
  • Ho sentito più di uno specialista, con pareri discordanti. Cosa devo fare?
    Il "secondo parere" non è di per sè sbagliato. In alcuni casi consigliamo noi stessi al paziente di acquisire un altro parere, in modo da avere maggiore consapevolezza del problema. Alla fine, la cosa importante è il metodo. E' bene capire come e perchè un chirurgo segue una determinata linea, senza aver timore di chiedere quale è la sua personale esperienza, il suo tasso di complicanze e il suo tasso di successo.
  • Sono stata operato/a per un meningioma ma sulla RM si è riformato. Cosa debbo fare?
    A volte, la progressione riscontrata sulle immagini RM è lievissima o addirittura dubbia. In questi casi occorre buon senso. Se la progressione è netta bisogna pensare a qualche forma di trattamento: re-intervento e/o radioterapia. La decisione dipende da molti fattori tra cui l'esame istologico, la sede della recidiva, l'età e le condizioni del paziente, l'esperienza del chirurgo.
  • Dopo quanto mi potrò alzare?
    I pazienti che arrivano all'intervento in condizioni integre vengono messi in piedi tra la prima e la seconda giornata postoperatoria.
  • Da quanto tempo ho il meningioma?
    Non è possibile saperlo; dipende dalla velocità con cui si è sviluppato. I meningiomi tipici crescono lentamente. Vi sono persone in cui crescono nell'arco di decenni. In altri casi, pur mantenendo il loro carattere benigno, possono crescere più rapidamente
  • Dopo l'intervento dovrò fare dei controlli?
    Faremo dei controlli RM che si diluiranno nel tempo. La frequenza dei controlli dipende dalla natura del meningioma (grado I o grado II), dalla sede, dall'eventuale presenza di residui e dalle dimensioni raggiunte dal meningioma momento dell'intervento.
  • Quanto tempo dovrò restare ricoverato/a?
    La dimissione avviene normalmente in quinta giornata.
  • Arrivo all'intervento con un'emiparesi. Posso recuperare?
    Nella maggioranza dei pazienti con deficit preoperatorio, osserviamo un recupero completo. I pazienti che arrivano all'intervento con deficit gravi e consolidati da molto tempo, possono non recuperare o recuperare parzialmente.
  • Ho deciso di operarmi. Come faccio a sapere se sono nelle mani giuste?
    Per quanto ci si possa sforzare, la scelta del chirurgo resterà alla fine un atto di fiducia. Come tale, dovrà reggere la prova di eventuali complicanze. Le informazioni ricavabili on-line o sui social sono molto spesso fuorvianti. Vi sono comunque dei criteri e vanno necessariamente combinati perchè nessuno di essi, da solo, è infallibile. Questa è la nostra personale visione: Reputazione presso medici e paramedici che operano (o hanno operato) nella stessa struttura o la stessa sala operatoria (estremamente importante) Casistica - numero di interventi effettuati (molto importante) Capacità di documentare la propria casistica e i relativi risultati (molto importante) Reputazione presso altri specialisti (importante) Reputazione presso pazienti operati per lo stesso motivo (importante) Curriculum scolastico (importante) Empatia (abbastanza importante) Ruolo/autorevolezza (abbastanza importante) Pubblicazioni sull'argomento (abbastanza importante) Presenza on-line/social (poco importante) "Recensioni" generiche - cortesia, disponibilità etc - (poco importante)
  • Mi verranno tagliati i capelli?
    No. La cicatrice resta coperta dai capelli. Nei pazienti con pochi capelli vi sono degli espedienti per renderla meno visibile possibile.
  • Potrei non svegliarmi o rimanere in stato vegetativo?
    Nella nostra esperienza non è mai accaduto.
  • In quali casi è possibile non operare un meningioma?
    In molti casi. Meningioma piccoli, oppure meningiomi scoperti per caso oppure meningiomi noti da anni senza evidente progressione, in genere possono essere solo seguiti.
  • A parte quello estetico, vi sono altri vantaggi?
    Quello estetico è il vantaggio meno rilevante. Come abbiamo mostrato in questo studio, le complicanze di ogni tipo si riducono nettamente. Questo consente alla maggior parte dei pazienti di essere dimessi in condizioni uguali o migliorate rispetto al momento del ricovero. Altri vantaggi rispetto agli approcci tradizionali: Durata dell'intervento più breve Perdita di sangue irrilevante Degenza postoperatoria più breve Possibilità di accedere in tempi più rapidi ad eventuali terapie adiuvanti (es: radioterapia)
  • Operate più di una metastasi contemporaneamente?
    In casi selezionati è possibile rimuovere due metastasi nella stessa procedura.
  • Posso essere operato/a con chirurgia mini-invasiva?
    Operiamo con tecnica mini-invasiva - salvo rare eccezioni - tutti i pazienti con metastasi già candidati a trattamento chirurgico.
  • Potrei non svegliarmi dall'anestesia o rimanere in stato vegetativo?
    Nella nostra esperienza non è mai accaduto.
  • E' possibile rimuovere completamente la metastasi?
    Le metastasi cerebrali presentano, di norma, un buon "piano di clivaggio". Cioè, tendono ad essere ben enucleabili dal chirurgo e a consentire una rimozione completa. Una volta stabilita l'opportunità di una rimozione chirurgica, puntiamo ad un trattamento il più radicale possibile.
  • Dopo l'intervento potrei cambiare, non essere più me stesso/a?
    L'alterazione della personalità (da non confondersi con alterazioni della memoria, del tono dell'umore oppure del linguaggio) è un sintomo piuttosto raro, che si può osservare - per alcune sedi tumorali - prima dell'intervento. Nella nostra esperienza, non è mai una conseguenza della procedura.
  • Dovrò tagliare i capelli?
    No. La cicatrice resta coperta dai capelli. Nei pazienti con pochi capelli vi sono degli espedienti per renderla meno visibile possibile.
  • INFORMAZIONI PRE-RICOVERO
    Le FAQ che seguono sono indirizzate ai pazienti in attesa di intervento presso il reparto Neurochirurgia 3 - Neuromed. Le abitudini, le esperienze e i punti di vista possono variare da centro a centro.
  • La metastasi si accompagna a un idrocefalo. E' un problema?
    In genere l'idrocefalo è provocato dalla stessa metastasi. Quindi rimuovendo la metastasi l' idrocefalo si risolve, senza necessità di ulteriori trattamenti. Solo in casi particolari, l'idrocefalo deve essere affrontato separatamente, tramite un drenaggio.
  • Quando e come decidete se operare una metastasi cerebrale?
    La gestione delle metastasi cerebrali è materia per definizione multidisciplinare. Le decisioni cambiano a seconda della natura e dello stadio del tumore primitivo. Nelle nostre abitudini, la rimozione di una metastasi deve ricadere in una linea condivisa con i curanti di riferimento (spesso si tratta di un team composto da oncologo e radioterapista).
  • Quanto dura l'intervento?
    Mediamente due ore. Sedi particolari (ad esempio il cervelletto) richiedono circa tre ore. La preparazione (manovre anestesiologiche, allestimento della navigazione e dei monitoraggi) ed il risveglio richiedono tempo a loro volta.
  • Dovrò andare in terapia intensiva?
    Tutti i pazienti, a prescindere dalla condizioni cliniche, trascorrono la prima notte in terapia intensiva. La mattina seguente vi è il rientro in reparto e la mobilizzazione. Casi più delicati (es. pazienti fragili o che arrivano all'intervento già con deficit) richiedono valutazione a parte.
  • Qual è la vostra esperienza su questi interventi?
    Nel 2022 l' IRCCS Neuromed ha effettuato 348 interventi per tumore cerebrale (PNE Agenas 2022). La media nazionale 2022 , su 166 strutture censite da Agenas è di 80 interventi per struttura. La casistica complessiva (-> Gennaio 2024) di tumori cerebrali operati dal prof. Paolini è di 1810 casi.
  • Quanto tempo dovrò restare ricoverato/a?
    La dimissione avviene normalmente in quinta giornata.
  • Cosa cambia tra la mini-invasiva e l'intervento tradizionale?
  • Perchè è importante la chirurgia mini-invasiva nelle metastasi?
    La mini-craniotomia è molto appropriata nei pazienti metastatici. Si tratta di persone che, per definizione, hanno diversi problemi da affrontare oltre alla metastasi. Pertanto, il risultato ideale sarebbe trasformare l'intervento in una brevissima parentesi che non complichi la vicenda già in corso. La chirurgia mini-invasiva consente di avere degenza e recupero rapidi. Di norma, re-inviamo il paziente all'oncologo curante entro pochi giorni.
  • In quali casi operate una metastasi in urgenza?
    Operiamo metastasi cerebrali in urgenza, solo se vi è un grave e improvviso peggioramento. Questo, spesso, non è legato a progressione della metastasi ma ad eventi collaterali (ad esempio, progressione dell' edema, emorragie, idrocefalo). In ogni caso, anche nell'urgenza, cerchiamo sempre di avere un colloquio con il curante oncologo o radioterapista di riferimento.
  • In una persona con danni neurologici già in atto (es: emiparesi) è possibile un recupero?
    Se la metastasi comprime, invece che infiltrare, le aree "critiche" neurologiche, con l'intervento si può avere un recupero anche completo.
  • Dopo quanto mi potrò alzare?
    I pazienti che arrivano all'intervento in condizioni integre vengono messi in piedi il giorno dopo l'intervento. La mobilizzazione precoce riduce il rischio di varie complicanze, particolarmente note nei pazienti oncologici (ad esempio trombosi, embolie).
  • Che tipo di "monitoraggio" effettuate durante l'intervento?
    Durante l'intervento, siamo in grado di monitorizzare in tempo reale le seguenti strutture, consentendo di preservarne le relative funzioni: Via piramidale (capacità di muovere gli arti) Via somestesica (sensibilità degli arti) Nervo oculomotore (movimenti degli occhi) Nervo trigemino (sensibilità del volto, movimenti della mandibola) Nervo abducente (movimenti degli occhi) Nervo faciale (movimenti della faccia) Nervo acustico (udito) Nervi glossofaringeo e vago (deglutizione, voce, pressione arteriosa, frequenza cardiaca) Nervo accessorio (movimenti della spalla) Nervo ipoglosso (movimenti della lingua) Il linguaggio o attività più complesse sono monitorizzate, quando necessario, in awake surgery.
  • Poi dovrò fare la radioterapia?
    Per la maggioranza delle metastasi è stata dimostrata l'utilità di una radioterapia sul letto operatorio. Questo serve a ridurre la possibilità di recidiva che comunque, dopo un'asportazione completa, sono già molto basse. La decisione, comunque, è dello specialista.
  • Dopo l'intervento avrò dolore?
    La maggioranza dei pazienti non ha alcun dolore. Vi può essere, a volte, un lieve mal di testa.
  • Utilizzate la chirurgia a paziente sveglio?
    Utilizziamo la chirurgia da svegli ("awake") da molti anni. Riteniamo conveniente questa metodica in casi selezionati.
  • E' meglio fare la radioterapia oppure rimuovere chirurgicamente la metastasi?
    Le due cose non sono in contrapposizione. Se la metastasi è potenzialmente sensibile alla radioterapia, questa è in genere la prima scelta. Molti dei pazienti che operiamo sono casi in cui la radioterapia è stata giudicata impraticabile - ad esempio per le dimensioni - oppure è già stata effettuata ed è risultata inefficace.
  • Quanto dura l'intervento?
    Il tempo chirurgico (esclusa anestesia) è circa un'ora e mezza.
  • Come faccio a sapere se ho una nevralgia del trigemino?
    In sintomi sono inconfondibili. Vi sono attacchi di dolore improvviso su una metà del volto, innescati da stimoli banali come mangiare, parlare, toccarsi il viso, lavarsi i denti. Spesso, si finisce per evitare tutte queste attività pur di non scatenare il dolore.
  • Ho avuto dolore insopportabile ma in questo momento sto bene. E' necessario che mi operi?
    Se il dolore è in remissione completa, di solito non consigliamo trattamento. Fa eccezione il caso in cui il dolore sia abolito con l'assunzione di farmaci i cui effetti collaterali non sono tollerati.
  • Quando consigliate il trattamento chirurgico?
    In caso di dolore insopportabile, tale da compromettere funzioni basilari (mangiare, parlare, toccarsi il volto, lavarsi i denti), non controllato dai farmaci oppure controllato dai farmaci al prezzo di effetti collaterali.
  • Esistono terapie alternative alla chirurgia?
    Vi sono diverse procedure che puntano a risolvere il dolore senza intervento: procedure percutanee (es: microcompressione, termocoagulazione, radiofrequenza, glicerolizzazione) o gamma-knife. La maggioranza di queste terapie sono "ablative", cioè si propongono di controllare i sintomi alterando le fibre nervose che trasmettono la sensazione del dolore. Il profilo di efficacia e di effetti collaterali di queste procedure non è paragonabile a quello della chirurgia. Tuttavia, in casi selezionati, rappresentano una buona alternativa e - a volte - la prima scelta.
  • Dopo l'intervento dovrò continuare ad assumere farmaci?
    No. Una volta scomparso il dolore, aboliamo l'assunzione di farmaci nei nostri pazienti.
  • Cosa vuol dire che l'intervento è mini-invasivo?
    Vuol dire che viene effettuato attraverso un'incisione e una finestra molto piccola. Tutto si svolge al microscopio. Il vantaggio non è solo estetico, poichè l'apertura di piccole dimensioni riduce nettamente il rischio di alcune complicanze.
  • Ho deciso di operarmi. Come faccio a sapere se sono nelle mani giuste?
    Per quanto ci si possa sforzare, la scelta del chirurgo resterà alla fine un atto di fiducia. Come tale, dovrà reggere la prova di eventuali complicanze. Le informazioni ricavabili on-line o sui social sono molto spesso fuorvianti. Vi sono comunque dei criteri e vanno necessariamente combinati perchè nessuno di essi, da solo, è infallibile. Questa la nostra personale visione: Reputazione presso medici e paramedici che operano (o hanno operato) nella stessa struttura o la stessa sala operatoria (estremamente importante) Casistica - numero di interventi effettuati (molto importante) Capacità di documentare la propria casistica e i relativi risultati (molto importante) Reputazione presso altri specialisti (importante) Reputazione presso pazienti operati per lo stesso motivo (importante) Curriculum scolastico (importante) Empatia (abbastanza importante) Ruolo/autorevolezza (abbastanza importante) Pubblicazioni sull'argomento (abbastanza importante) Presenza on-line/social (poco importante) "Recensioni" generiche - cortesia, disponibilità etc - (poco importante)
  • Il dolore potrebbe passare da solo?
    La nevralgia del trigemino è una malattia piuttosto imprevedibile e sono noti molti casi in cui il dolore è andato in remissione spontaneamente, senza un chiaro motivo.
  • Il conflitto è sempre con un'arteria o può essere anche con una vena?
    Si ammette la possibilità di un conflitto venoso, ma la reale frequenza con cui possa dare sintomi non è chiara.
  • Devo fare attenzione a qualche cosa (es: cibi, freddo) per non far venire il dolore?
    Alcuni pazienti riferiscono peggioramento della suscettibilità al dolore e della frequenza degli attacchi in occasione di stress o cambiamenti del clima. Ma non vi è una chiara relazione.
  • La nevralgia del trigemino può essere causata da cure odontoiatriche?
    Non vi è alcuna alcuna relazione di causa-effetto. Tuttavia può capitare che manovre odontoiatriche, anche perfettamente eseguite, inneschino in soggetti predisposti la comparsa di una nevralgia altrimenti "dormiente". Può anche capitare che la nevralgia simuli un dolore a partenza dei denti e induca ad effettuare cure o anche estrazioni dentarie senza beneficio.
  • Perchè si parla di conflitto neurovascolare come causa del trigemino?
    In realtà il contatto tra il nervo trigemino e le arterie cerebellari è molto frequente anche nei soggetti sani. In alcune persone, per motivi non ancora compresi, questo contatto non è tollerato. In questi casi è corretto definirlo "conflitto" neurovascolare.
  • Dopo quanto tempo potrò andare a casa?
    Di norma, dopo 3-4 giorni dall'intervento.
  • Ho sentito più di uno specialista, con pareri discordanti. Cosa devo fare?
    E' una situazione ricorrente. A volte non è facile orientarsi. Il "secondo parere" non è di per sè sbagliato. In casi particolari consigliamo noi stessi al paziente di acquisire un altro parere, in modo da avere maggiore consapevolezza del problema. Alla fine, la cosa importante è il metodo. E' bene capire come e perchè un chirurgo segue una determinata linea, senza aver timore di chiedere quale è la sua personale esperienza, il suo tasso di complicanze e il suo tasso di successo.
  • Dopo l'intervento potrei non essere più me stessa, non avere memoria o cambiare personalità?
    La sede dell'intervento non ha niente a che fare con il funzionamento del cervello e le funzioni "superiori". Quindi non vi è questo rischio.
  • Cosa rischio se mi opero?
    Nella nostra esperienza negli ultimi 10 anni, non abbiamo mai osservato pregiudizio per la vita o sequele neurologiche gravi. Nel 3% dei casi abbiamo osservato complicanze minori, risolte senza sequele. In un singolo caso abbiamo osservato lo sviluppo di un ematoma che ha richiesto re-intervento e successiva riabilitazione.
  • Perchè alcune forme vengono dette "atipiche"?
    Perchè non hanno la caratteristica presentazione a scarica elettrica, il dolore dura più a lungo e spesso non vi è nessun particolare stimolo a provocarlo. Le forme associate a sclerosi multipla sono spesso atipiche.
  • E' indispensabile la Risonanza Magnetica per scoprire il conflitto?
    E' sempre bene fare la RM. Vi sono molti casi, però, in cui il conflitto non si vede e casi in cui sembra vedersi ma poi non è confermato in sede chirurgica. L'esperienza del clinico, in genere, è dirimente.
  • In quali casi consigliate terapia percutanee o radioterapia?
    Nei casi in cui l'età del paziente o le comorbidità comportino un rischio elevato, incompatibile con l'anestesia generale.
  • Quale è il vostro tasso di successo nella nevralgia del trigemino?
    Per le forme tipiche, abbiamo documentato la regressione immediata del dolore "a scossa elettrica" nel 100% dei casi trattati. Le forme atipiche o quelle associate a sclerosi multipla hanno un risposta incostante. Nella nostra esperienza intorno al 70% dei casi.
  • La carbamazepina era efficace nel controllare il dolore. Ora non più. Cosa fare?
    La mancata risposta alla carbamazepina è una classica indicazione al trattamento chirurgico. Un altro motivo per intervenire è se il farmaco riesce a controllare il dolore ma lo fa al prezzo di effetti collaterali non tollerati.
  • Mi verranno tagliati i capelli?
    No la cicatrice è molto piccola e resta nascosta sotto i capelli, dietro l'orecchio.
  • Sulla Risonanza Magnetica non si vede il conflitto neurovascolare. Quindi cosa bisogna fare?
    Operiamo con successo molti casi di nevralgia senza evidenza di conflitto neurovascolare sulla Risonanza Magnetica.
  • Dopo l'intervento non avrò più nessun fastidio sulla faccia?
    L'intervento abolisce del dolore senza ulteriori disturbi. In alcuni casi, soprattutto nei pazienti che hanno già subito altri interventi, può residuare una sensibilità ridotta o alterata nella zona dove prima c'era dolore. Questo sintomo non è mai paragonabile al dolore preoperatorio e in genere scompare nell'arco di alcuni mesi.
  • Potrò tornare a masticare, a parlare o toccarmi il viso?
    Sì. L' intervento previene la comparsa di dolore in risposta a qualunque stimolo.
  • Avviso
    Molte delle FAQ che seguono sono indirizzate ai pazienti in attesa di intervento presso il reparto Neurochirurgia 3 - Neuromed. Le abitudini, le esperienze e i punti di vista possono variare da centro a centro.
  • Il dolore potrebbe tornare dopo l'intervento?
    Nella nostra casistica, l'incidenza di recidive (cioè ricomparsa del dolore dopo completo beneficio postoperatorio) è sotto il 4%. Quindi, le recidive sono sempre possibili ma decisamente rare. Oltre il 96% dei pazienti è libera dal dolore per tutta la vita.
  • La malformazione di Chiari può risolversi spontaneamente?
    La malformazione di Chiari è dovuta ad una condizione anatomica. Parte del cervelletto non trova posto nello spazio che normalmente dovrebbe accoglierlo. Quindi non è concepibile una risoluzione spontanea. Sono stati riportati casi eccezionali, ma è possibile non si tratti di vere malformazioni di Chiari ma discese "secondarie" del cervelletto.
  • Potrò avere dolore o fastidio nel postoperatorio?
    E' normale dopo l'intervento un senso di tensione dietro il collo che si risolve nel giro di alcuni giorni.
  • Che sintomi dà la malformazione di Chiari?
    La Chiari non associata a siringomielia è spesso asintomatica. A volte può dare sintomi. I più frequenti sono una particolare forma di mal di testa causato dagli sforzi o dai colpi di tosse ed un senso di tensione dietro i globi oculari.
  • Quale è la vostra percentuale di successo nella siringomielia?
    La nostra esperienza degli ultimi 10 anni, utilizzando tecnica microscopica, ha mostrato un tasso di guarigione del 100%. La cavità si è ridotta in tutti i casi, sino a quasi scomparire.
  • E' un intervento pericoloso? Cosa rischio?
    In passato i rischi dell'intervento erano concreti ed erano legati soprattutto alla perdita di liquor (fistola) dalla ferita. La tecnica di decompressione che utilizziamo dal 2009, nella nostra casistica ha sostanzialmente azzerato le complicanze. Questo non vuol dire che sono impossibili, ma non ne vediamo più da molti anni.
  • Cosa è la malformazione di Chiari?
    E' una malformazione con basi congenite ed è relativamente frequente. E' il risultato di una ridotto sviluppo della camera ossea destinata ad accogliere il cervelletto. Quest'ultimo è obbligato a trovare spazio più in basso, nel canale cervicale.
  • Ho deciso di operarmi. Come faccio a sapere se sono nelle mani giuste?
    Per quanto ci si possa sforzare, la scelta del chirurgo resterà alla fine un atto di fiducia. Come tale, dovrà reggere la prova di eventuali complicanze. Le informazioni ricavabili on-line o sui social sono molto spesso fuorvianti. Vi sono comunque dei criteri e vanno necessariamente combinati perchè nessuno di essi, da solo, è infallibile. Questa è la nostra personale visione: Reputazione presso medici e paramedici che operano (o hanno operato) nella stessa struttura o la stessa sala operatoria (estremamente importante) Casistica - numero di interventi effettuati (molto importante) Capacità di documentare la propria casistica e i relativi risultati (molto importante) Reputazione presso altri specialisti (importante) Reputazione presso pazienti operati per lo stesso motivo (importante) Curriculum scolastico (importante) Empatia (abbastanza importante) Ruolo/autorevolezza (abbastanza importante) Pubblicazioni sull'argomento (abbastanza importante) Presenza on-line/social (poco importante) "Recensioni" generiche - cortesia, disponibilità etc - (poco importante)
  • Dopo quanto tempo potrò andare a casa?
    Dopo 5 giorni dall'intervento.
  • Mi verranno tagliati i capelli?
    No, solo pochi centimetri sulla nuca, intorno all'incisione. Di norma, la cicatrice resta coperta dai capelli
  • La siringomielia è risolvibile?
    Sì, è risolvibile. Le cause della siringomielia sono state a lungo incomprese e i principi tecnici del trattamento tradizionalmente controversi. Le prospettive oggi sono cambiate, soprattutto per i casi in cui coesiste una malformazione di Chiari. In questi casi, il trattamento microchirurgico è risolutivo, poichè blocca il meccanismo di formazione della siringomielia.
  • Dovrò fare riabilitazione?
    Non è prevista specifica riabilitazione. Il paziente è in grado di camminare dal giorno dopo l'intervento.
  • Quali sono i sintomi della siringomielia?
    Sono quelli di una sofferenza del midollo spinale (mielopatia): dolore, parestesie, perdita della manualità fine, alterata percezione del caldo e del freddo - non sempre reversibili. Tipicamente, nelle fasi avanzate, i pazienti sviluppano atrofia muscolare a carico della mani e possono incorrere in scottature, ustionandosi, senza accorgersene.
  • Posso avere una gravidanza? Dovrei fare il parto cesareo?
    Non vi è controindicazione a portare a termine una gravidanza. Circa le modalità del parto non è stato dimostrato un chiaro rischio associato al parto naturale. Di norma, non è necessario il parto cesareo. Queste indicazioni possono variare - su base prudenziale - jn casi particolari. Possono influire nella decisione il grado di discesa delle tonsille cerebellari e gli eventuali effetti compressivi.
  • La siringomielia può risolversi spontaneamente?
    Sono stati riportati casi eccezionali. Se la siringomielia è sintomatica, puntare su un'eventuale risoluzione spontanea non è una strategia razionale.
  • Quale è l'obiettivo dell'intervento nella Chiari senza siringomielia?
    L'obiettivo è risolvere la cefalea tipica. Ad oggi abbiamo raggiunto questo obiettivo in tutti i casi operati. Un beneficio collaterale dell'intervento è prevenire l'eventuale sviluppo di una siringomielia.
  • Quale è l'obiettivo dell'intervento nella siringomielia?
    L'obiettivo dell'intervento è disinnescare la progressione della siringomielia e l'instaurarsi di sintomi o di deficit irreversibili.
  • La Chiari o la siringomielia non trattate possono dare sintomi cerebrali o demenza?
    No
  • Che differenza c'è tra la Chiari 1 e la Chiari 2?
    La Chiari 1 è la forma comunemente riscontrata nell'adulto ed è di gran lunga la più frequente. La Chiari 2 è rara, ha manifestazioni più severe e si associa ad un disordine malformativo noto come spina bifida.
  • Ho sentito più di uno specialista, con pareri discordanti. Cosa devo fare?
    Il "secondo parere" non è di per sè sbagliato. In casi particolari consigliamo noi stessi al pazienti di acquisire un altro parere, in modo da avere maggiore consapevolezza del problema. Alla fine, la cosa importante è il metodo. E' bene capire come e perchè un chirurgo segue una determinata linea, senza aver timore di chiedere quale è la sua personale esperienza, il suo tasso di complicanze e il suo tasso di successo.
  • E' possibile che la siringomielia si riformi dopo un intervento riuscito?
    Nella nostra casistica di siringomielie Chiari-associate, il tasso di scomparsa permanente della siringomielia è del 97,4%. Le recidive quindi sono possibili ma piuttosto rare (2,6 %). Di solito insorgono in casi complessi (ad esempio associati ad aracnoiditi o idrocefalo).
  • Cosa cambia se oltre alla Chiari ho anche una siringomielia?
    La malformazione di Chiari senza siringomielia richiede raramente trattamento. Se si associa una siringomielia, il trattamento è molto spesso necessario.
  • La siringomielia è un problema grave?
    Non è necessariamente grave ma è un condizione delicata. Una volta consolidati, i sintomi possono non essere facilmente reversibili. Molto dipende anche dalle dimensioni.
  • I sintomi passeranno dopo l'intervento?
    Sappiamo per certo che, risolvendo la siringomielia, l'evoluzione dei sintomi si arresterà. Sui sintomi già presenti non abbiamo certezze. Nella nostra esperienza, tuttavia, osserviamo quasi sempre un miglioramento, spesso completo.
  • Dovranno essere inseriti drenaggi nella siringomielia?
    No
  • Ho una Chiari con sintomi. Cosa rischio se non mi opero?
    Può aversi un peggioramento dei sintomi o, in casi non prevedibili, la comparsa di una siringomielia.
  • Dovrò andare in terapia intensiva?
    Tutti i pazienti, a prescindere dalla condizioni cliniche, trascorrono la prima notte in terapia intensiva.
  • Ho una malformazione di Chiari. Mi devo operare?
    Per una malformazione di Chiari, non associata a siringomielia, il trattamento chirurgico è raramente necessario.
  • PRE-INTERVENTO
    Molte della FAQ che seguono che seguono sono indirizzate ai pazienti in attesa di intervento presso il reparto Neurochirurgia 3 - Neuromed. Le abitudini, le esperienze e i punti di vista possono variare da centro a centro.
  • Sono già stata operato/a senza successo. Posso rioperarmi?
    Se la siringomielia è "tipica" e la decompressione già effettuata è insufficiente, le possibilità di successo sono buone. Altri casi vanno valutati volta per volta. ln generale, le riaperture hanno un rischio di complicanze maggiore.
  • Quanto dura l'intervento?
    Tra le due e le tre ore.
  • In quali casi di siringomielia ricorrete al trattamento chirurgico?
    Di norma, indirizziamo a trattamento i quadri sintomatici oppure paucisintomatici ma associati a cavità voluminose. L' evoluzione di una siringomielia resta piuttosto imprevedibile; in generale, è bene valutare da caso a caso.
  • Cosa è la siringomielia?
    E' un accumulo di fluido all'interno del midollo spinale. Viene identificata, di norma, con la Risonanza Magnetica.
  • GENERICHE
    FAQ generiche
  • Cosa vuol dire "mini-invasivo"?
    La mini-invasività non ha necessariamente a che vedere con le dimensioni della cicatrice. Una procedura è mini-invasiva quando comporta una riduzione del trauma chirurgico, che però preservi (o migliori) il profilo di efficacia e di sicurezza della procedura stessa. Non ha alcun senso rendere una procedura più complicata , con il solo obiettivo di rimpicciolire la cicatrice.
  • Cosa avete fatto di nuovo?
    La mini-craniotomia in sè non è una novità. Viene utilizzata da decenni per rimuovere in anestesia locale alcuni ematomi tipici dell'anziano. Inoltre è già utilizzata da tempo, da alcuni neurochirurghi, per rimuovere tumori selezionati o di piccole dimensioni. Per primi nella comunità neurochirurgica, abbiamo iniziato ad utilizzare la mini-invasiva in tutti i tumori cerebrali, a prescindere dalle dimensioni o dalle caratteristiche della lesione. Ciò è stato possibile dopo aver standardizzato la tecnica e averla resa particolarmente sicura, più della tecnica convenzionale.
  • Le dimensioni esigue dell' apertura non potrebbero ostacolare l'asportazione del tumore?
    No. Con adeguata esperienza, non vi sono limitazioni operative.
  • Vi sono rischi aggiuntivi?
    No. I rischi si riducono rispetto ad un approccio tradizionale.
  • A parte quello estetico, vi sono altri vantaggi?
    Quello estetico è il vantaggio meno rilevante. Usiamo questo approccio perchè le complicanze di ogni tipo si riducono nettamente. Questo consente alla maggior parte dei pazienti di essere dimessi in condizioni uguali o migliorate rispetto al momento del ricovero. Altri vantaggi rispetto agli approcci tradizionali: Durata dell'intervento più breve Perdita di sangue irrilevante Degenza postoperatoria più breve Possibilità di accedere in tempi più rapidi ad eventuali terapie adiuvanti (es: radioterapia)
  • Quale è la differenza rispetto a una craniotomia tradizionale?
  • Cosa vuol dire che le linee guida danno importanza anche all'esperienza del chirurgo?
    Quella dei cavernomi è una tipica chirurgia "del rischio". Vuol dire che per evitare di correre un rischio (ad esempio quello che il cavernoma si rompa) si può decidere di correrne un altro (quello dell'intervento) il quale, necessariamente, deve essere più basso. Affinchè questa valutazione abbia un senso, su un piatto della bilancia ci deve essere il rischio di complicanze proprio del chirurgo che dovrà effettuare l'intervento (e di nessun altro).
  • Ho scoperto per caso di avere un cavernoma. E' necessario rimuoverlo?
    Solo una minoranza degli angiomi cavernosi è candidabile ad asportazione chirurgica. Nel caso di cavernomi scoperti per caso, si può decidere di intervenire chirurgicamente solo se il rischio derivante da un sanguinamento spontaneo è ritenuto eccessivo.
  • Utilizzate la chirurgia a paziente sveglio?
    Utilizziamo la chirurgia da svegli ("awake") correntemente, da molti anni, in particolare per lesioni tumorali. I cavernomi non sono tipiche lesioni candidabili ad awake surgery. Nella nostra esperienza, la rimozione di un cavernoma è più proficua e sicura in anestesia generale. Vi possono essere eccezioni, da valutare caso per caso.
  • A parte quello estetico, vi sono altri vantaggi?
    Quello estetico è il vantaggio meno rilevante. Come abbiamo mostrato in questo studio sui tumori cerebrali operati per via mini-invasiva, le complicanze di ogni tipo si riducono nettamente. Questo consente alla maggior parte dei pazienti di essere dimessi in condizioni uguali o migliorate rispetto al momento del ricovero. Altri vantaggi rispetto agli approcci tradizionali: Durata dell'intervento più breve Perdita di sangue irrilevante Degenza postoperatoria più breve
  • C'è anche un rischio di vita?
    Nella nostra casistica la mortalità intraoperatoria è assente.
  • Potrei non svegliarmi o rimanere in stato vegetativo?
    Nella nostra esperienza non è mai accaduto.
  • Avviso >>>>
    Molte delle FAQ che seguono sono indirizzate ai pazienti in attesa di intervento presso il reparto Neurochirurgia 3 - Neuromed Le abitudini, le esperienze e i punti di vista possono variare da centro a centro.
  • Le crisi epilettiche sono pericolose?
    Le crisi epilettiche in sè sono per definizione transitorie. Questo vuol dire che, per quanto possano avere un'espressione clinica allarmante (es. convulsioni) di norma sono seguite da un recupero completo. Vi sono delle rare eccezioni per cui per cui è comunque essenziale il supporto del medico.
  • La rimozione del cavernoma può risolvere l'epilessia?
    Sì. Come abbiamo dimostrato in questo studio anche le epilessie temporali farmaco-resistenti possono scomparire con la rimozione del cavernoma. La possibilità di guarigione sono maggiori se l'epilessia dura da meno di due anni e le crisi sono occasionali.
  • Cosa cambia tra la mini-invasiva e l'intervento tradizionale?
  • Non ho mai avuto crisi epilettiche. Ha senso operare il cavernoma per prevenirle?
    Non ha senso. Può accadere, anzi, che dopo l'intervento compaiono crisi che prima non c'erano. In un cavernoma asintomatico l'unico motivo per ricorrere alla chirurgia e se si ritiene che - in quello specifico caso - il rischio di sviluppare emorragie sia inaccettabile.
  • Ho deciso di operarmi. Come faccio a sapere se sono nelle mani giuste?
    Per quanto ci si possa sforzare, la scelta del chirurgo resterà alla fine un atto di fiducia. Come tale, dovrà reggere la prova di eventuali complicanze. Le informazioni ricavabili on-line o sui social sono molto spesso fuorvianti. Vi sono comunque dei criteri e vanno necessariamente combinati perchè nessuno di essi, da solo, è infallibile. Questa la nostra personale visione: Reputazione presso medici e paramedici che operano (o hanno operato) nella stessa struttura o la stessa sala operatoria (estremamente importante) Casistica - numero di interventi effettuati (molto importante) Capacità di documentare la propria casistica e i relativi risultati (molto importante) Reputazione presso altri specialisti (importante) Reputazione presso pazienti operati per lo stesso motivo (importante) Curriculum scolastico (importante) Empatia (abbastanza importante) Ruolo/autorevolezza (abbastanza importante) Pubblicazioni sull'argomento (abbastanza importante) Presenza on-line/social (poco importante) "Recensioni" generiche - cortesia, disponibilità etc - (poco importante)
  • Posso effettuare la radioterapia piuttosto che operarmi?
    Il ruolo della radioterapia è storicamente controverso. Se il cavernoma ha caratteristiche di aggressività è nostra abitudine consigliare la rimozione chirurgica.
  • La Risonanza Magnetica parla di cavernoma. E' possibile che sia qualcos'altro?
    L'aspetto di un cavernoma sulla Risonanza Magnetica è molto caratteristico, in genere inconfondibile. Può capitare che, per alcune lesioni, la diagnosi di cavernoma sia solo una possibilità. In questi casi, l'incertezza diagnostica è chiaramente espressa nel referto radiologico. Può accadere anche il contrario: lesioni interpretate come possibili tumori emorragici e quindi sottoposti a rimozione chirurgica, a volte sono risultati essere angiomi cavernosi.
  • Ho un cavernoma del tronco encefalico. E' operabile?
    Si, in circostanze selezionate la rimozione chirurgica è conveniente e può essere attuata con rischi contenuti.
  • Ho un cavernoma in sede superficiale. Cosa rischio con l'intervento?
    Nella nostra esperienza, non abbiamo mai osservato complicanze o sequele neurologiche permanenti in questo tipo di pazienti.
  • Dovrò tagliare i capelli?
    No, solo pochi millimetri adiacenti l'incisione. Di norma, la cicatrice è invisibile. Nei pazienti con pochi capelli vi sono degli espedienti per rendere la cicatrice meno visibile possibile.
  • Che differenza c'è tra cavernomi superficiali e profondi?
    I primi si localizzano in prossimità della corteccia cerebrale dove sia i rischi di un'emorragia spontanea che quelli di un eventuale intervento sono relativamente bassi. I cavernomi profondi si localizzano in strutture critiche, appunto profonde, (talamo, nuclei della base, tronco encefalico) dove sia i rischi di un'emorragia spontanea che quelli di un eventuale intervento sono più elevati.
  • Quali sono le possibilità che un cavernoma dia un'emorragia?
    La letteratura ha prodotto dati discordanti nel corso degli anni. Secondo le evidenze più recenti, i cavernomi asintomatici hanno un rischio di sanguinamento spontaneo inferiore all'1% ogni anno. Questa percentuale è da considerarsi nettamente più alta nei cavernomi che hanno già dato sintomi, nei cavernomi voluminosi e, soprattutto, nei cavernomi localizzati in sedi profonde.
  • Potrò essere operato/a con chirurgia mini-invasiva?
    Operiamo con tecnica mini-invasiva (mini-craniotomia) tutti i pazienti con cavernomi.
  • Dopo l'intervento dovrò fare riabilitazione?
    Non è prevista riabilitazione. La maggioranza dei pazienti viene dimessa in condizioni uguali o migliorate rispetto al preoperatorio. In casi particolari (es: pazienti che arrivano già con disabilità oppure sviluppano deficit durante la degenza) avviamo la riabilitazione durante il ricovero.
  • Ho un cavernoma cerebrale. Posso portare a termine una gravidanza?
    La gravidanza non sembra incrementare il rischio di sanguinamento dei cavernomi. Quello che incide sono le caratteristiche specifiche del cavernoma (una lesione a rischio resta tale anche in gravidanza). Per questo, ogni caso andrebbe valutato singolarmente.
  • Arrivo all'intervento già con deficit neurologici. Posso recuperare?
    Per i deficit consolidati da mesi o anni il recupero è improbabile. I deficit di recente insorgenza possono recuperare anche completamente.
  • Quanto tempo dovrò restare ricoverato/a?
    La dimissione avviene normalmente in quinta giornata.
  • Quanto dura l'intervento?
    Mediamente 2 ore. La preparazione (anestesia, navigazione, monitoraggi) ed il risveglio richiedono tempo a loro volta.
  • Ho sentito più di uno specialista, con pareri discordanti. Cosa devo fare?
    Il "secondo parere" non è di per sè sbagliato. In alcuni casi consigliamo noi stessi al paziente di acquisire un altro parere, in modo da avere maggiore consapevolezza del problema. Alla fine, la cosa importante è il metodo. E' bene capire come e perchè un chirurgo segue una determinata linea, senza aver timore di chiedere quale è la sua personale esperienza, il suo tasso di complicanze e il suo tasso di successo.
  • Perchè sanguinano i cavernomi? Posso fare qualcosa per evitarlo?
    Il meccanismo non è chiaro nè sono noti chiari fattori di rischio, per cui non ha senso modificare le proprie abitudini di vita.
  • A cosa sono dovute e come si manifestano le crisi epilettiche nei cavernomi ?
    Le crisi sono dovute all'azione irritante esercitata sul cervello da parte del cavernoma o dei micro-residui di sangue intorno ad esso.
  • Ho un cavernoma del talamo. E' operabile?
    Sì, in circostanze selezionate la rimozione chirurgica è conveniente e può essere fatta con rischi contenuti.
  • Ho un cavernoma in sede profonda. Cosa rischio con l'intervento?
    I rischi ci sono ma non è semplice quantificarli, poichè si tratta di casi relativamente rari e molto delicati, da valutare volta per volta. La nostra esperienza è complessivamente positiva. La maggioranza dei pazienti con cavernomi del talamo, dei nuclei della base e del tronco encefalico non ha sviluppato deficit dopo l'intervento. In alcuni soggetti abbiamo osservato un transitorio peggioramento di deficit preesistenti o la comparsa di deficit isolati (es. paresi facciale, asimmetria dei movimenti oculari), in genere transitori. Non abbiamo avuto mortalità, nè sequele gravi. Si tratta comunque di interventi con un rischio reale, non trascurabile. Consigliamo di effettuarli quando ci rendiamo conto che la persistenza del cavernoma comporta un rischio concreto di vita o di grave disabilità.
  • Una volta operato potrei avere comunque emorragie?
    La rimozione del cavernoma abolisce il rischio di future emorragie.
  • Ho scoperto di avere un cavernoma per crisi epilettiche. Debbo operarmi?
    Se le crisi sono ben controllate dai farmaci, non vi è stretta necessità di operarsi. Ha senso pensare all'intervento nei pazienti in cui vi sono crisi resistenti alla terapia farmacologica oppure (specie i più giovani) se si vuole evitare di assumere a vita i farmaci antiepilettici.
  • Dopo quanto mi potrò alzare?
    I pazienti con cavernomi superficiali vengono messi in piedi il giorno dopo l'intervento. Per i cavernomi profondi si valuta da caso a caso.
  • Le emorragie dovute ai cavernomi sono pericolose?
    Sono molto meno pericolose delle emorragie che capitano ad esempio negli aneurismi, perché sono dovute a rottura di capillari con pressione relativamente bassa (nel caso di un aneurisma la pressione è quella di un’arteria). La gravità clinica, alla fine, dipende dalla sede del cavernoma. Un'emorragia provocata da un cavernoma in area non critica (es: lobo frontale anteriore) può facilmente rimanere inosservata, mentre la stessa emorragia provocata da un cavernoma in area critica (es: tronco encefalico), può dare creare gravi danni.
  • Dopo l'intervento avrò dolore?
    Nei primi giorni si può avvertire un lieve mal di testa, in genere ben sopportabile. In generale, per questi interventi, il dolore postoperatorio non è un problema.
  • Il tumore è ricresciuto dopo l'intervento. Cosa fare?
    Questa decisione è sempre individualizzata e va presa di comune accordo con l'oncologo ed il radioterapista che seguono il paziente. In linea generale, il nostro orientamento è di proporre una nuova asportazione in quei pazienti in cui il tumore si è ripresentato dopo un discreto lasso di tempo, è circoscritto e non ha provocato danni neurologici importanti. Negli altri casi, di norma, si preferisce puntare su altre terapie, che potrebbero risultare ugualmente efficaci ma con meno rischi.
  • gliomi
    Il termine glioma indica una famiglia di tumori intrinseci cioè derivanti da cellule che sono proprie del cervello. Ve ne sono molte forme e la classificazione dei gliomi è in continua evoluzione man mano che vengono individuate le caratteristiche genetiche e molecolari di ciascun sottotipo. Sono annoverati tra i gliomi i glioblastomi, gli astrocitomi di basso grado, gli oligodendrogliomi, gli ependimomi. Vi sono gliomi relativamente benigni o a lenta crescita cosi come tumori aggressivi a rapida progressione. Le caratteristiche genetiche del tumore ne condizionano la velocita di progressione e anche la risposta alle terapia. Alcuni di questi caratteri scritti nel DNA sono oggi rintracciabili sui campioni tumorali prelevati in sede di intervento o di biopsia. La maggior parte dei gliomi si giova della rimozione chirurgica. Per molti gliomi di basso grado, la chirurgia conferisce guarigione duratura. I gliomi di alto grado sono propensi alla recidiva nonostante la rimozione chirurgica. L' obiettivo abituale è rimuovere il tumore in misura completa o pressochè completa (gross-total) senza arrecare al paziente danni neurologici aggiuntivi. Questo obiettivo può essere raggiunto nella maggioranza dei casi. Nella nostra unità operativa, operiamo questo tipo di tumori correntemente, con tecnica mini-invasiva.
  • Info e costi
    Sede: Clinica Villa Margherita - Viale di Villa Massimo 48 - Roma Onorario prima visita: 200 euro Onorario visita di controllo: 130 euro
  • Perchè è importante il monitoraggio intraoperatorio in urgenza?
    Il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio è uno strumento fondamentale per preservare l'integrità delle vie nervose durante molti interventi neurochirurgici. Richiede tuttavia risorse (apparecchiature e personale dedicato) che non sempre sono disponibili in caso di urgenze (es. ricoveri urgenti di emorragie, tumori, complicanze postoperatorie) che accadano di notte o nei giorni festivi. Neuromed è tra i pochi centri in Italia che dispone di un servizio di reperibilità tale da garantire il monitoraggio intraoperatorio a qualsiasi ora e in qualunque giorno dell'anno.
  • Perchè è importante la TAC intraoperatoria?
    La TAC intraoperatoria consente di verificare in tempo reale il raggiungimento di alcuni obiettivi (es: asportazione di un'emorragia o di un tumore cerebrale, correttezza di una biopsia, correttezza del posizionamento di protesi) ed apportare eventuali correttivi. In assenza della TAC intraoperatoria è necessario chiudere ed effettuare la TAC - come di prassi - nel postoperatorio. In caso di risultati non soddisfacenti o complicanze è necessario rioperare il paziente. La TAC intraoperatoria è disponibile in pochi centri in Italia, tra cui il Neuromed.
  • Cos' è un IRCCS?
    IRCCS sta per Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. E' a tutti gli effetti un Ospedale che, per statuto, ha il compito di affiancare all' attività clinica la ricerca sulle patologie che vengono affrontate. Per questo motivo è strettamente connesso con le Università.
  • Da dove si evince il livello di attività di una struttura?
    Dal portale Agenas, ente pubblico che si occupa di pubblicare il livello di attività di tutte le strutture sanitarie sulla base delle SDO (Scheda di Dimissione Ospedaliera)
  • Un alto volume di attività equivale necessariamente a risultati migliori?
    E' dimostrato come il volume di attività chirurgica sia correlato a maggiore esperienza e migliori risultati. Tuttavia non è l'unico parametro. Vi sono, in tutto il mondo, centri ad alto volume e risultati subottimali come anche strutture a basso volume e risultati eccellenti. Subentrano altri parametri, relativi ai singoli operatori e alle tecnologie disponibili in sala operatoria.
  • Qual è un esempio del grado di attività?
    Uno dei parametri più utilizzati è quello delle craniotomie per tumori cerebrali. E' un parametro importante perchè si riferisce ad un' attività neurochirurgica maggiore, di alta specializzazione. Secondo il PNE Agenas 2022, nel 2022 l' IRCCS Neuromed ha effettuato 348 craniotomie per tumore cerebrale La media nazionale 2022 , su 166 strutture censite è di 80 interventi per struttura.
  • Cosa vuol dire che Neuromed ha un primato per l' attività neurochirurgica "elettiva"?
    L'attività elettiva è quella che viene effettuata in maniera programmata. Riguarda quindi persone che hanno scelto di essere trattate presso una determinata struttura (non si sono trovate costrette da un'urgenza). In genere, questa scelta è preceduta da un'analisi dell'affidabilità della struttura. Per questo, un alto volume di attività elettiva è considerato un importante parametro di qualità.
  • Neuromed svolge anche attività in urgenza?
    La struttura è collegata alla rete regionale di Pronto Soccorso Ospedaliero per le urgenze neurochirurgiche. Urgenze differibili (è il caso di molti tumori cerebrali) afferenti alla struttura al di fuori del Pronto Soccorso vengono inseriti in una lista d'attesa prioritaria per la quale può essere espletato il ricovero nei tempi più brevi possibili.
  • Neuromed opera in regime pubblico o privato?
    La struttura è convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale per tutti gli interventi neurochirurgici. Dal 2024 è attiva la possibilità di richiedere anche prestazioni chirurgiche in regime di attività libero-professionale intramuraria.
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